martedì 8 marzo 2011

CAINO E ABELE


E caino disse all’eterno che il suo castigo era troppo grande perché potesse sopportarlo. Sarebbe stato vagabondo e fuggiasco per la terra e chiunque l’avesse trovato l’avrebbe ucciso.

Quando sentì la sua maledizione, Caino non pensò che i suoi genitori erano i primi uomini creati dall’eterno, pensò che chiunque trovandolo l’avrebbe ucciso.
Quando sentì la sua maledizione Caino fu preso dalla paura di poter morire dilaniato dai freaks di quei tempi, gli Adami ed Eve usciti male, frutto degli esperimenti precedenti dell’eterno.
Gli emarginati della genesi. Gli elephant man, i John Merrick del principio.
In due parole: i dinosauri.
Ma forse a uccidere Caino saranno i suoi genitori. O forse lo stesso eterno.
“sicuramente i miei genitori” pensò Caino.
Eva, sua madre, aveva detto “ho acquistato un uomo con l’aiuto dell’Eterno”, questo dopo aver concepito e partorito Caino.
Caino ora condannato a errar lungi dalla terra, dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di Abele dalla mano di Caino.
L’Eterno aveva detto a Caino: quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti, e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra”. Era così che l’eterno aveva maledetto Caino.
Anni prima Adamo conobbe Eva, sua moglie.
Eva acquistò un uomo. Poi ne acquistò un altro: Abele.
Caino era un lavoratore della terra.
Il Caino precedente era frutto di un esperimento precedente dell’Eterno.
Forse nell’esperimento precedente nulla era andato storto.
Il Caino precedente era un dinosauro molto carino. Ma l’Eterno finì per stancarsi di Ca-r-ino e dei suoi amici dinosauri del paese di Nod.
Così aveva creato i nuovi Adamo ed Eva e così via.
Il nuovo Caino, un essere umano molto carino, essendo un lavoratore della terra aveva offerto all’Eterno frutti della terra. Ma l’Eterno si annoiava già.
Anche quel giorno, come ogni volta che la nube di noia cominciava a soffocarlo, l’Eterno, aveva messo le mani in tasca, aveva afferrato una pastiglia di peccato e l’aveva grattugiata facendola cadere sulla terra come se fosse pioggia.
Il peccato atterrò, rimbalzò, s’insinuò nella mente di Caino.
Abele, fratello dell’essere umano carino, molto Caino, non era un lavoratore della terra.
Abele aveva un gregge di pecore.
Essendo umano, Caino, offrì all’eterno frutti del suo lavoro, frutti della terra.
Abele invece offrì all’Eterno primogeniti del grasso delle sue pecore e primogeniti, delle sue pecore.
Poco dopo il viso di Caino fu abbattuto.
Il viso di Caino scese giù, gradino dopo gradino, Caino dopo Caino, dal cranio di Caino, che rimase senza volto, molto simile a un dinosauro davvero carino.
L’Eterno aveva guardato con favore l’offerta di Abele, primogeniti di primogeniti di pecore primogenite, ma non l’offerta di Caino, frutti della terra.
Per questo il viso di Caino fu abbattuto.
L’Eterno l’aveva fatto per far insinuare, piovere meglio,il peccato nella mente di Caino.
La pastiglia di peccato aveva calato il cervello di Caino. E il viso di Caino era abbattuto.
L’Eterno disse a Caino “perché hai il volto abbattuto? Se fai bene non rialzerai il tuo volto?”
Ma Caino si levò contro suo fratello e lo uccise.
E la terra aprì la bocca per ricevere il sangue di Abele dalla mano di Caino.
Caino si addormentò sotto un albero, a pochi passi dal corpo del fratello, di cui la terra digeriva il sangue, mentre lentamente in lui svaniva l’effetto della pastiglia di peccato.
Eppure l’eterno aveva avvertito Caino: “il peccato sta spiandoti dalla porta e i suoi desideri son volti a te”.
L’Eterno come ogni giorno, il giorno dopo, il giorno dopo che Caino uccise suo fratello, suo fratello Abele, poco carino, dopo che Caino ebbe dormito sotto un albero e dopo che dell’effetto del peccato insinuatosi in Caino non ci fu più traccia, dopo tutto questo, l’Eterno come ogni giorno disse: “luce”. E luce fu.
La luce svegliò Caino e l’Eterno disse a Caino “dov’è tuo fratello Abele?”
Ed egli rispose “non lo so. Son forse io il padrone di mio fratello?”
Rispose stiracchiandosi e tirandosi in piedi, Caino.
E l’Eterno disse “che hai tu fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra.”
Fu allora che Caino guardandosi intorno vide il corpo dilaniato di suo fratello.
Abele, così martoriato, molto simile a un dinosauro poco carino.
Dopo un po’ Caino disse all’Eterno, che nel frattempo aveva continuato a parlare, gli disse “ripeti”.
E l’eterno ripeté quella che era la sua maledizione.
Caino pensò che tutto fosse in qualche modo collegato col mal di testa che sentiva da quando si era svegliato, anche perché era l’unica cosa a cui riusciva a pensare.
E disse all’Eterno “il mio castigo è troppo grande perché io lo possa sopportare. Ecco tu mi scacci oggi dalla faccia di questo suolo ed io sarò nascosto dal tuo cospetto, e sarò vagabondo e fuggiasco per la terra e avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà.”
Allora l’eterno, affinché Caino non potesse essere ucciso dal dinosauro Ca-r-ino, o da un suo simile, disse “chiunque ucciderà Caino sarà punito sette volte più di lui” e prima di lasciarlo andare a vivere come esiliato insieme a Carino e ai suoi amici dinosauri, l’eterno mise un marchio su Caino affinché nessuno trovandolo lo uccidesse.
Fu così che caino con la faccia senza viso e senza faccia, partì per il paese di Nod, il paese dei dinosauri.
Settantamilasettantasette anni dopo, un mezzo dinosauro di nome Lamec, disse alle sue mogli Ada e Zilla, “ascoltate la mia voce”
Lamec, discendente dal sangue del sangue di caino e dal sangue di una dinosaura molto carina, disse rivolgendosi alle sue mogli Ada e Zilla, dinosaure poco carine: “si ho ucciso un uomo perché mi ha ferito e un giovane perché mi ha contuso. Se caino sarà vendicato sette volte, Lamec sarà vendicato settantasette volte”
E così l’Eterno mise un marchio su Lamec, affinché chiunque trovandolo lo mangiasse.

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